Conoscere TESSUTI ed ETICHETTE per un Guardaroba Funzionale e Sostenibile

Oggi ti parlo di qualcosa di estremamente interessante e importante per migliorare i tuoi acquisti e il tuo guardaroba.

 

Conosci i materiali, i tessuti che vengono utilizzati per la produzione dei capi?

Sei attenta nel leggere le etichette quando acquisti un abito o ti soffermi solo su modello taglio e colore?

 

Perché ti chiedo questo? Perché:

  • Se voglio migliorare i miei acquisti, evitando di spendere soldi in capi di poco valore
  • Se desidero che i capi che indosso, seppur semplici, mi regalino un effetto ordinato e chic
  • Se mi interessa imparare a scegliere i capi con consapevolezza senza farmi attirare semplicemente dalle mille proposte del fast fashion
  • Se penso sia importante dare il mio contributo nel migliorare: sprechi, inquinamento, salute e dignità dei lavoratori…

Beh, questo articolo può aiutarti a migliorare questi aspetti!

Ti parlerò dei tessuti e delle loro composizioni e di come imparare a leggere le etichette, proprio come le tabelle nutrizionali degli alimenti.

 

Ti interessa sapere di che materiale è fatto, e come è stato prodotto quello che indossi?

A me interessa molto!

La pelle è l’organo più grande del nostro corpo, la prima barriera di difesa contro agenti patogeni esterni.

Opera come una spugna che assorbe per osmosi tutte le sostanze, benefiche e dannose, con cui entra in contatto.

 

Gli indumenti che portiamo sulla pelle attraversano molteplici cicli di lavorazione, ognuno dei quali comporta l’uso

di sostanze chimiche potenzialmente dannose.

È dunque di fondamentale importanza per la nostra salute conoscere dove e come i vestiti che indossiamo siano stati prodotti e come.

 

PARTIAMO!

 

LA FIBRA

 

La fibra è il materiale da cui parte tutta la catena produttiva, per poi realizzarsi in un capo finito.

Esempi di fibre sono:

  • la lana
  • la seta
  • la cellulosa
  • il fiocco di cotone
  • il poliestere

la Fibra può essere:

  • naturale
  • artificiale
  • di origine naturale
  • sintetica

 

FIBRA NATURALE

Come suggerisce il nome, è quella che deriva direttamente dalla natura, come:

  • lana
  • cachemire
  • mohair
  • alpaca
  • seta
  • cotone
  • canapa
  • lino

 

FIBRA ARTICIFIALE DI ORIGINE NATURALE

In questa categoria rientrano:

  • la viscosa
  • il modal
  • il rayon

 

Le piante da cui derivano possono essere il faggio, l’eucalipto, il bambù.

Si parla quindi di materiali a origine naturale, che molto spesso hanno buone proprietà traspiranti, termoisolanti e anallergiche.

 

Quello che fa la differenza dal punto di vista della sostenibilità e dell’impatto ambientale sono i processi chimici a cui viene sottoposta

la cellulosa, i consumi energetici, materiali ecocompatibili etc..

 

FIBRE SINTETICHE

Sono materiali che partono da sottoprodotti del petrolio:

  • poliestere
  • acrilico
  • nylon
  • neoprene
  • elastan

A meno che non siano riciclate o rigenerate, queste fibre NON SONO SOSTENIBILI

 

IL FILATO

Il filato è lo step successivo, quello che porta la fibra a diventare tessuto.

 

La fibra per essere lavorata viene trasformata prima in fili, e questi fili possono essere realizzati filando insieme più materiali, come per esempio:

  • cotone + poliestere
  • lana + acrilico

Per regalare maggior consistenza e durevolezza al tessuto finale.

 

Quindi, quando si parla di tessuti o filati misti, significa che il capo è composto da più materiali differenti.

Questa conoscenza vi consente di capire e conoscere le etichette dei capi prima di acquistarli.

 

Ma perché è così importante leggere le etichette?

Il primo motivo è quello che ti ho indicato all’inizio dell’articolo, che riguarda la nostra pelle.

Altro motivo, non meno importante, è la qualità e la funzione del capo.

Non ti è mai capitato di acquistare una t-shirt oppure una giacca, solitamente pagata molto poco, prodotta totalmente in poliestere,

e oltre a sentirla ruvida e rigida sulla pelle, accorgersi che dopo mezz’ora che la indossi le tue ascelle emanano un odore sgradevole?

Oppure,

indossare un maglione, che dovrebbe scaldarti, e al contrario muori di freddo? Oltre a puzzarti le ascelle?

 

Se inizi a fare caso alla morbidezza della seta, al calore di un maglione di lana o alpaca, al peso e alla consistenza di una maglia fatta

di un bel cotone, poco alla volta non riuscirai più a indossare capi fatti di fibre sintetiche, almeno quelli a stretto contatto con la pelle.

Per me è stato così!

Ho sicuramente meno capi di prima, ma tutti di qualità, durevoli e scelti per essere versatili.

Come sempre non è la quantità, ma la qualità a fare la differenza.

 

ETICHETTE E FIBRE RIGENERATE

Come per le tabelle degli alimenti, sulle etichette degli abiti vengono riportate le fibre di composizione in ordine decrescente.

Il consiglio è ovviamente quello di preferire capi di origine naturale, se non totalmente, almeno quelli composti in % maggiore.

 

Esistono però alcune situazioni in cui la fibra artificiale è nettamente superiore a quella naturale, tipo:

  • capi sportivi
  • costumi da bagno
  • abbigliamento tecnico

In questo caso, se vogliamo ugualmente scegliere, mantenendo criteri di ecosostenibilità, possiamo preferire fibre riciclate o rigenerate,

che non attingono da materie prime nuove, ma recuperano quelle già lavorate.

 

ETICHETTE E CERTIFICAZIONI

Nelle etichette vengono riportate (solitamente e non sempre), eventuali certificazioni.

Le più diffuse:

  • OEXOTEX-standard 100, certificazione che attesta che un prodotto non continente sostanze nocive in nessuna parte
  • GOTS – global organic tectile standard, è tra le certificazioni più complete. Per ottenerla un capo deve essere realizzato con filato biologico almeno per il 70%, e deve essere prodotto con metodi non impattanti sull’ambiente. Il restante 30% deve comunque essere composto da fibre ecologiche, rigenerate o riciclate.

Ultima cosa molto importante, vengono anche considerate le condizioni dei lavoratori che devono percepire stipendi

adeguati e lavorare in ambienti salubri.

ETICHETTE E “MADE IN”

Altra indicazione che troviamo sulle etichette è il luogo di produzione di un capo.

Se l’indumento viene prodotto in paesi come:

  • Cina
  • Cambogia
  • Vietnam
  • india
  • Bangladesh
  • Albania
  • Turchia
  • Romania

Dobbiamo sapere che qui non esiste un’etica del lavoro come possiamo intenderla noi in Italia

(non esistono sindacati, i salari minimi non sono equi, esiste il lavoro minorile…).

 

Perché allora vengono fatti produrre capi in questi paesi?

Perché le grandi aziende scelgono dove il costo del lavoro è più basso così da poter alzare i loro margini.

 

“Made in” è diverso da “Designed in” (intuibile, ma lo specifico ugualmente).

Made in riguarda il luogo di produzione, il secondo invece indica il luogo dove il capo è stato ideato e disegnato

(quindi, magari ideato in Francia e prodotto in Cina).

 

E IL MADE IN ITALY?

 

Purtroppo, neppure il made in Italy è sempre sinonimo di qualità.

Spesso capita che un capo venga prodotto per la maggior parte all’estero e poi finito in Italia, riportando comunque la dicitura made in Italy.

 

Questo capita anche perché i controlli e le legislazioni sulla tintura dei capi, in Italia sono molto rigide e costose.

Ovvio, non è una giustificazione, ma per molte aziende diventa difficile lavorare in modo sostenibile.

 

Il metodo e i materiali relativi la tintura di un capo però sono molto importanti e impattanti sia per l’ambiente che per la nostra pelle.

Non ti è mai venuto da pensare che molte intolleranze e allergie (esempio nichel) possano derivare da colori con cui sono tinti i vestiti?

 

Capisco che diventa difficile destreggiarsi e capire come comportarsi, ma di base:

 UN BUON INDICATORE è SEMPRE IL PREZZO!

Se un capo nuovo costa troppo poco c’è qualcosa che non va.

 

Sul discorso prezzo, nel caso di marchi di lusso bisogna fare un discorso diverso,

perché in questi casi il prezzo alto è dato dalla fama dal nome.

In questo caso l’etichetta ci aiuta scovare il suo vero valore.

 

Per concludere:

per scegliere e giudicare se un capo merita di far parte del nostro armadio e del nostro stile, fidati e allena i tuoi occhi.

Controlla le finiture, gli orli, la pesantezza del tessuto, le asole…

Ci vuole un po’ di esperienza, ma se inizi a farci caso avrai due vantaggi:

  • Nelle giornate in cui esplode quella voglia pazza di shopping, posso garantirti che ti sazierai anche se non compri nulla, perché il girare per negozi avrà comunque assecondato la tua voglia di…qualcosa di nuovo, e l’attenzione alla qualità del capo ti soddisferà del fatto di non aver speso soldi per pezzi di poco valore.
  • Se acquisterai qualcosa invece, lo amerai e indossandolo sarai soddisfatta oltre che vederti meravigliosa

Provare per credere!

 

Prima di lasciarti voglio consigliarti un libro, che ti aiuterà nelle tue scelte e nei tuoi acquisti:

“VESTIRE BUONO PULITO E GIUSTO” di DARIO CASALINI

Leggilo, ti garantisco che ne vale la pena.

 

Spero che questo articolo ti sia stato utile,

se hai qualche dubbio o curiosità ti aspetto nei commenti, sarò felice di risponderti

A presto

Francy

 

 

 

 

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